Testimonianze 

Uno spazio dedicato ai vecchi allievi: cosa ha significato la Danza nella loro vita e che ricordo ne conservano, adesso che sono adulti? Cosa raccontano della loro esperienza?

Le loro voci sono una bellissima testimonianza di come questa disciplina sia stata sinonimo di crescita, amicizie, vittorie personali raggiunte e occasioni per migliorarsi: riportiamo le loro riflessioni perché possano ispirare gli attuali allievi e far comprendere ai genitori il ruolo determinante che la Danza può avere nella vita delle persone.

Un impatto forte che conserviamo per sempre con noi!

Quando penso alla danza, immagino di entrare in una piccola stanza segreta all'interno della mia casa, un luogo che solo io conosco e nel quale mi sento sicura, a mio agio. Questa stanza ha muri molto spessi così che io possa urlare di gioia o di disperazione senza che nessuno possa sentirmi o giudicarmi. Quando danzavo, al di là che io non avessi bei piedi, belle linee, poca elasticità mi sentivo comunque a casa. A essere completamente onesta, per molti anni, avrei dato qualunque cosa per avere i piedi di mia sorella ed essere flessibile come lei, avrei dato qualsiasi cosa pur di riuscire negli esercizi, nelle diagonali con la sua stessa scioltezza. Crescendo le cose sono cambiate, ho deciso di danzare solo per me. Sia che stessi male per una delusione amorosa, una sciocca litigata adolescenziale, o che mi sentissi felice e serena, la sala era diventata la mia fedele compagna. Credo che una delle più grandi lezioni che la danza mi abbia insegnato sia proprio il diventare cosciente delle mie capacità e dei miei limiti. Ho imparato molto velocemente cosa potessi e non potessi fare insieme al duro lavoro e alla determinazione perché dove non riuscivo con le mie carenti abilità fisiche cercavo di compensare con la tenacia e la mia espressività. Come (forse) si può vedere nelle foto qui sotto, la mia espressività era diventata il mio punto di forza e il trasmettere agli altri quello che sentivo io nel danzare, nello stare sul palco era diventato il mio obiettivo, il mio punto di forza. La danza è stata e rimane tutt'ora per me una delle forme artistiche più sublimi. Adoro guardare video di danzatori in vari contesti, così come adoravo guardare mia sorella danzare, perché ho capito che la danza è una gioia da condividere e che in qualsiasi forma essa si presenti mi farà sempre sentire all'interno di quella piccola stanza in cui posso rifugiarmi. Ad oggi, nella vita lavoro per una compagnia di lingue (una delle mie altre grandi passioni) e mi occupo di tutta la produzione di contenuti che sono pubblicati sul nostro sito web e piattaforme social. Sono capo progetto di una parte delle linguiste e in qualche maniera è come se fossi diventata una coreografa perché aiuto a far muovere 13 persone che contribuiscono alla creazione, pubblicazione e distribuzione dei contenuti, come fossimo all'interno di una ben collaudata coreografia. Per concludere, la cosa che porterò sempre con me della danza sono i sorrisi, le lacrime, le amicizie e le parole di incoraggiamento ricevute dalle mie insegnanti, che erano diventate un po' una forma di terapia per me. Ma soprattutto ciò che rimarrà sempre con me sono il ricordo della spensieratezza e della mia gioventù trascorsa in sala.

Erika Caturegli

Marketing Content Manager







Arriva il momento di rispolverare i vecchi album delle foto: le hai tenute lì nel cassetto custodendole gelosamente, perché sono un pezzo importante di te. Non sono immagini che mostri: la danza è dentro di te e non ne parli spesso, sono passati 'anni luce', non le esponi in vetrina, non le mostri a tua figlia per non influenzarla nella scelta del suo percorso: magari lei desidera fare altro e tu la lasci libera di scegliere, non la vuoi 'ballerina per forza'. Un giorno però, dal niente, ecco che comincia a disegnare sbarre, sale, specchi, fiocchi e scarpette e ti chiede se può iniziare a fare danza, quella classica! Ti meravigli: da dove nasce quel desiderio? DNA, geni trasmessi? Non so. Però sai che la tua maestra è sempre lì, e da lì vuoi che tua figlia riparta, da dove tu hai lasciato. E infatti la trovi sempre lì, la maestra, come allora, e senti di aver perso qualcosa, ma con orgoglio di mamma vedi anche quel pezzettino di te salire baldanzosa e piena di gioia le scale della scuola, avviandosi alla sua prima lezione. Eccola con le sue compagne che condividono la sua stessa passione: alcune resteranno con lei per sempre, non importa se le ritroverà dietro il banco della segreteria o in giro per strada, si riconosceranno dal passo tra la folla. Non importa quando, né come né dove la porterà la danza: corriamo insieme e andiamo a scuola, dove quest'anno mia figlia avrà anche il privilegio di fare lezione con quello che era il primo ballerino dei miei saggi, quello che nei passi a due faceva ci sognare tutte.

Ah, per non dimenticare! Al mio primo colloquio di lavoro, osservandomi qualcuno mi chiese se avessi fatto danza classica...e il lavoro fu mio! Adesso tocca a lei disegnare il suo futuro di piccola ballerina. Corri che sennò facciamo tardi...e buona lezione sempre!

Barbara Luperini

Mamma di Perla


Che significato ha avuto la danza nella vostra vita?
Questa domanda me la sono fatta tante volte, continuo a farmela tutt'ora e la risposta cambia sempre, penso che sia una delle cose più belle che questa meravigliosa arte ci insegna.
Me la feci la prima volta che misi piede in sala a cinque anni e mezzo, me la feci qualche anno dopo, quando decisi timorosa di iniziare anche danza moderna, quando ancora tutto doveva succedere.
Me la son fatta ogni giorno della mia adolescenza, mi chiedevo se ne valesse davvero la pena, tutti quei sacrifici, le rinunce che solo chi le ha provate sulla propria pelle può capire.
E si, ne è sempre valsa la pena.
Questa domanda me la faccio ancora oggi, dopo una giornata piena e stressante tra lavoro e impegni vari perché la danza per me c'è stata davvero sempre anche in momenti come questo, che è davvero tanto, troppo lontana.
La danza ti insegna a vivere, nel vero senso della parola.
Ti insegna a rapportarti con gli altri, a fare gruppo, a saper stare da sola, creando rapporti umani autentici e indelebili.
Camilla, Maria Erica, Giulia, Elena e Camilla sono state le mie prime compagne di viaggio e nonostante sia molto tempo che non le vedo e non le sento, son sicura che se ci incontrassimo ci basterebbe uno sguardo per sentire quella complicità che solo un gruppo affiatato e unito ti può dare.
Quelle son le cose che restano.
Tutto inizia da una sala, un paio di scarpette ai piedi e un body che resterà sempre troppo stretto.
Ma devo dire, più di tutto, che il grosso del lavoro spetta proprio a loro, alle nostre insegnanti che con cura e pazienza ci aiutano ad abbracciare quest'arte nel migliore dei modi e soprattutto ci insegnano a farla nostra.
La danza ha un significato diverso per ognuno di noi e io posso dire che ad oggi, se sono la ragazza che sono, con mille pregi e difetti è soprattutto grazie ad essa.
Avrà sempre un posto nel mio cuore perché ha fatto sì che quel fuoco si accendesse dentro me 20 anni fa per non spegnersi più, anche se ad oggi faccio altro e il sogno della ballerina l'ho riposto a malincuore in un cassetto. Quello che è stato continua ad essere presente, sempre. Posso soltanto che essere grata per tutto questo.

Buona danza a tutti, sempre.


Rachele Nannipieri

Segretaria in uno Studio Medico

Quando penso agli anni 2002-07 (gli anni in cui ho frequentato i corsi di danza), ho dei ricordi bellissimi di quei momenti passati insieme. Durante la settimana, non vedevo l'ora di venire a scuola per trascorrere del tempo insieme all'insegnante e agli altri compagni di lezioni. Ricordo le risate che abbiamo fatto, sia dentro che fuori della sala; questi momenti li porto sempre con me e, pensa, nei momenti tristi in cui sono un po' giù di morale, vado spesso a ripescare tra i ricordi qualcuno di quei momenti per riportarli alla luce e alleviare il mio dolore momentaneo.

Ricordo con grande emozione i momenti del saggio di fine anno, le prove generali in teatro dove trascorrevamo tutto il giorno, e noi che non volevamo venire via perché respiravamo l'aria del teatro e non avremmo mai voluto lasciarla. Era anche per passare ulteriore tempo insieme: non avremmo voluto che finisse mai!

Nel mio caso, poi, non dimenticherò mai l'esperienza che ho avuto con il maestro Lindsay Kemp per l'allestimento della sua 'Cenerentola'. Non poteva capitare un'occasione migliore per concludere questo percorso di vita che ho fatto che non dimenticherò mai.


Tommaso Giannardi

Steward di bordo, insegnante

Il mio rapporto con la danza é sempre stato di amore-odio dato da un senso di liberazione imparagonabile misto a un costante malcontento per la voglia di voler fare quel passo sempre meglio.

Ho trovato due insegnanti che mi hanno accompagnato nel farmi amare più me stessa nella danza e nel farmi credere più in me e nelle mie qualità. Così ho iniziato a prestare più attenzione a ciò che poteva caratterizzarmi e non solo tutto ciò che mi mancava durante una coreografia. Mannaggia a quelle linee perfette mai avute..! Mi hanno trasmesso talmente tante belle emozioni da far riemergere in me la voglia di tentare la strada della ballerina professionista, sempre desiderata sin da piccola. Così ho seguito quella via per l'anno successivo iniziando un percorso pre-professionale in un'altra scuola di danza, ma subito mi sono accorta che tornava a sovrastarmi quel sentimento di malcontento e inadeguatezza perché non avevo abbastanza anni di studio di livello alle spalle, e forse col senno del poi, neanche il carattere giusto per affrontare ciò che mi si presentava. Ero la prima a guardare criticamente allo specchio e mettermi i bastoni tra le ruote da sola. Ho riflettuto molto e non volevo di certo che la mia passione più grande si trasformasse in qualcosa capace di farmi stare così male. È stata una decisione abbastanza sofferta ma la più saggia, e così nel 2019 decisi di traferirmi per iniziare un nuovo percorso fuori casa, Scienze Motorie a Ferrara. La danza? Non l'ho lasciata davvero, ma c'è stato qualche cambio... Da quel momento ho iniziato diversi progetti legati al settore: danza-teatro, laboratorio e hip hop. Il fatto di mettermi in gioco è sempre stato dalla mia parte e devo dire che in questo caso mi ha pienamente ripagata. Ho conosciuto insegnanti meravigliosi e così ho ripreso a vivere la mia passione in quel modo così coinvolgente e liberatorio. Poi arriva il Covid, mi sono ritrovata a dover ritornare a casa, lo studio sempre proseguito online, e la danza..? Di nuovo alla ricerca di un equilibrio.. Dopo vari cambi, scuole aperte, poi chiuse, poi riaperte, ho iniziato hip hop in una scuola vicino casa individuata tramite Instagram. Via, facciamo la prova.. l'insegnante, i compagni, la struttura e l'atmosfera che si respirava mi hanno subito convinta. È uno stile di hip hop contaminato con il contemporaneo che tuttora proseguo, adoro questo genere e soprattutto mi fa sentire bene! Nel frattempo la sfera lavorativa si è concentrata sul movimento, sempre al centro del mio percorso, infatti lavoro come Personal Trainer e Istruttrice di corsi in più strutture, sempre con un occhio di riguardo verso la necessità del cliente che mi trovo davanti. Sono fiera e contenta di come ho affrontato il tutto, ogni fase mi è servita, e mi ha lasciato qualcosa che porterò sempre con m

Miriam Campolmi

Personal Trainer e Istruttrice





"Raffaellina (Carrà ), vieni avanti che in fondo non ti vedo!"

E' così che ricordo ancora il mio primo giorno di danza: ero emozionatissima!

Tutta la vita avevo ballato chiusa nella mia camera, e finalmente ebbi il coraggio di iscrivermi. Avevo 29 anni. Ma la danza non bada all'età, a lei non interessa, la tua emozione in sala è pari a quella che ha provato mia figlia, anni dopo, indossando il suo primo tutù. La danza ti fa sentire viva, ti da energia positiva, ti insegna la disciplina, il rispetto. Ti regala l'amicizia. Il gusto del bello. E se per un periodo di tempo non riesci a seguirla, nessun problema, lei ti attende. E se il tuo corpo è cambiato e non riesci più a stare dietro a diagonali e piroettes, nessun problema, la danza si trasforma e crea per te un corso speciale, il corso degli adulti!

E mentre dalla platea gli applausi sono tanti per quelle danzatrici-mamme sul palco, il tuo cuore batte ancora come il primo giorno di danza: "Raffaellina, vieni avanti che non ti vedo".

Avrei voluto tanto essermi scattata una foto allo specchio, per ogni anno di danza.

Avrei visto lo stesso sorriso soddisfatto con qualche (abbastanza) ruga in più.


Serena Cassarri

Direttrice di Cinema e Teatro

Ho frequentato corsi di danza in due tempi, nei primi 3 anni delle elementari e nei tre delle scuole medie. È abbastanza incredibile come ricordi con più vividezza alcune delle ore passate nella piccola scuola Evans in via Redi (una delle prime scuole di danza a Livorno, ndr) che le tenerezze dei genitori o dei nonni. Ma credo che la ragione stia nella parola 'scoperta'. Una scoperta meravigliosa per una bambina di 6 anni....la scoperta del corpo ma non di un corpo qualunque....il proprio corpo!! Quello che fino a qualche giorno prima era un semplice mezzo per camminare, correre mangiare, arrampicarsi, sdraiarsi assumeva un tocco di magia. Si poteva far roteare, agitare in movimenti piccoli e veloci, grandi e lenti....ma che roba è??!! Semplicemente era il mio piccolo corpicino che si specchiava nel grande vetro della sala e che io guardavo e riguardavo fino a fine lezione...il mio corpo, una gran figata. 

Il primo passo per volersi bene e vivere bene 


Federica Falchini

Bibliotecaria, guida per eventi culturali, mamma

Bianco. Come la purezza e l'infanzia. Un luogo fuori dal tempo e dallo spazio dove scavare nel passato più intimo ed emozionale e scoprire che quei sentimenti non se ne sono andati per sempre, ma sono lì da qualche parte pronti a venir fuori come memoria e allo stesso tempo come modo di sentire il sentibile.

La paura della delusione di me stessa e della mia immagine di adulta che si sarebbe soprammessa a quella di me bambina era infondata, stupida. Io sono io, ieri e oggi. Senza vergogna di aver gioito di quei momenti, di quelle esplorazioni del cuore.

Il corpo è sempre lo stesso: le stesse ginocchia che si sono lanciate sul parquet lucido senza pensare alle conseguenze dolorose; gli stessi piedi che hanno toccato i palcoscenici lisci, ruvidi, con le dita aggrappate per non cadere nelle pirouettes e le piante aperte per avere il massimo equilibrio; lo stesso sguardo sullo specchio che conduce l'immagine del movimento al cervello il quale a sua volta comunica istantaneamente con gli arti; la stessa bocca socchiusa, sorridente, digrignante, seducente a seconda della necessità.

E' sempre lì pronto a uscire quando la musica produce un'emozione, basta lasciarlo andare e il movimento parte, da un volgere della testa, o da un ondeggiare delle spalle. Ma per sentirlo e farlo fluire bisogna essere liberi. Io non lo sono sempre stata, quando ho deciso di smettere di danzare ho bloccato questa parte di me che ritenevo infantile. Ma poi improvvisamente è tornata. Il mio corpo parla, deve essere lasciato andare per dar modo alla mente di svuotarsi.

Una sala, una insegnante di danza, sei donne-madri-mogli. Quasi trent'anni di condivisione.

La leggerezza ci assale, ci culla, ci coccola.

Ah ecco…vedi…il piede sa che deve stendere la punta, non sono io a dirglielo. La testa segue il movimento del braccio perché solo così può accompagnarlo. Il ginocchio si stende autonomamente e il bacino va indentro, come è giusto che sia. Ma in quale parte del cervello ho gelosamente conservato queste nozioni? Non sento la fatica anche se il respiro è bloccato e i muscoli da tanto non erano così sollecitati. Più provo e più mi ritrovo.

Non che abbia mai avuto ambizioni da professionista: sono troppo alta, non ho collo del piede e mi piace mangiare. Però la lezione di danza era il momento più felice e soddisfacente della mia giornata di studentessa.

Quante cose sono accadute nel frattempo...

Qui oggi mi sento a mio agio come raramente mi capita, insomma a casa.

Come è stato possibile riuscire a far rivivere e al contempo rinnovare le sensazioni di un tempo? L'emozione è analoga e collettiva.

Infine la vita ci richiama al presente e questa bolla di sapone bianca e soffice vola via come un sogno notturno o un racconto immaginario.


Valentina La Salvia

Storica dell'Arte e Bibliotecaria,

allieva per 20 anni

UN'ALLIEVA ALLA SCUOLA DEL TEATRO DELL'OPERA DI ROMA: 

GINEVRA COMPARINI CI RACCONTA IL SUO ULTIMO ANNO

E' iniziata da poco (settembre 2024) la nuova esperienza di Ginevra Comparini, che ha iniziato lo studio della danza presso di noi a Eimos da piccolissima (aveva 3 anni) ed è stata con la nostra scuola fino all'estate del 2023. 

All'età di  11 anni ha iniziato ad affrontare uno studio più assiduo, con lezioni individuali seguita da Stefania Valdiserri e con la frequenza a stages con maestri di rilievo, che le hanno rinsaldato la motivazione e affinato la tecnica, permettendole di studiare quotidianamente. E' da quel momento che ha voluto tentare la strada professionale e si è trasferita in Emilia Romagna, dove ha vissuto un intenso anno di studio (dal settembre 2023 all'estate 2024) presso il 'Laboratorio Danza&Teatro' di Longiano, diretto da Heidi Pasini. Da lì infine ha affrontato l'audizione a Roma ed è stata ammessa alla Scuola del Teatro dell'Opera. Un bellissimo risultato, frutto di sacrifici e di volontà!

Ginevra, raccontaci come è stato il passaggio dalla tua scuola di danza di sempre allo step di Longiano.

L'inizio è stato un po' duro, perché ho incontrato subito un'impostazione accademica: richieste rigide sulla divisa, l'acconciatura, le calze, tutto doveva essere perfetto e dovevamo adeguarci a norme severe di disciplina, alle quali però poi mi sono adattata e presto sono divenute normali.

Quali sono state le difficoltà maggiori che hai incontrato?

Sicuramente i ritmi di lavoro: ogni giorno dalle tre ore e mezza alle cinque ore di danza, con lezioni individuali, compresi spesso i week end, lezioni di gruppo, e molte prove nei periodi di concorso. Sono arrivata a portare 10 coreografie diverse in un concorso, tra classico e contemporaneo. Tutto molto faticoso! La mia giornata era tutta impegnata tra la scuola, lo studio e i pomeriggi divisi tra le prove e le lezioni di danza. A volte se non avevo terminato di prepararmi per la scuola, proseguivo con i libri anche fino a notte tarda. 

Quali sono stati i momenti più belli dell'ultimo anno?

I concorsi, specie l'Italian Dance Award e ITA on Tour di Cattolica, e i periodi di studio nelle sedi prestigiose come La Scala di Milano, l'Opera di Roma e di Parigi, poi a Monaco di Baviera, alla Royal Academy di Londra. Ma l'emozione più forte è stata soprattutto l'ammissione alla Scuola del Teatro dell'Opera di Roma.

Cosa ti è mancato di più?

Sicuramente la vita di prima: le amicizie, la mia famiglia, i miei compagni di scuola, la mia casa e la mia vecchia scuola di danza, ma d'altro canto sto facendo la vita che ho sempre sognato, la passione per la danza compensa ogni difficoltà e ho stretto nuove amicizie bellissime.

Quali sono i tuoi obiettivi attuali?

Uno è stato raggiunto, con l'ammissione al Terzo Corso dell'Accademia in cui sono entrata! Per adesso dunque mi prefiggo di migliorare tecnicamente e ottenere in questo anno tutto quello che di meglio posso raggiungere, per poi superare gli sbarramenti annuali e conseguire il diploma dell'Ottavo anno.

A quale figura di ballerina ti ispiri? E quale scuola/accademia hai sognato di frequentare fin da piccola?

Una è sicuramente Nicoletta Manni, etoile della Scala di Milano, e anche Marianela Nunez, stella del Royal Ballet. Per quanto riguarda le Accademie, l'Opera di Parigi è sempre stata il mio sogno!

Quali ritieni siano le qualità indispensabili per danzare professionalmente, oltre alle doti fisiche?

La cosa più importante è sicuramente usare la testa: ascoltare le correzioni dell'insegnante, ricordarsi le sequenze degli esercizi, saper conciliare studio a scuola e studio della danza, essere disciplinati, mostrare e incarnare che è davvero quello che si vuole fare. L'altra cosa è avere la passione autentica, che ti fa superare difficoltà e fatica e ti fa sentire che nella tua vita conta solo la danza: senza di questa non potrei vivere!

Su cosa devi migliorare ancora? E quali sono i tuoi punti di forza?

Probabilmente nessuno mai sarà perfetto, e quindi ho molte cose su cui lavorare, forse non finirò mai! I miei punti di forza invece sono una conformazione fisica innata che mi permette di avere le gambe alte, molta elasticità e molta apertura.


Grazie, Ginevra! Allora in bocca al lupo e buon viaggio nella danza!


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